La terra Promessa non erano gli USA

Italian Food Asia

Come vedere tramontare un mercato, avere alternative, ma non saperle cogliere

Avete presente Mose’? Probabilmente lo prendevano per matto: “ma che attraversiamo a fare il deserto? qui in Egitto non sara’ il massimo ma malaccio non si sta”.

Ecco, da anni c’e’ una vocina che dice agli imprenditori italiani: “andate in Asia… andate in Asia…”

L’Asia e’ obbiettivamente un casino: la lingua, la cultura, il cibo (non si trova un espresso ristretto come Buddha comanda manco a pagarlo a peso d’oro!), le barriere, I dazi, I Vietcong, le cavallette, gli alieni…

Morale, tutti in coda per esportare negli Emirati, Russia, Brasile ed USA. Tutti insieme appassionatamente.

Mose’ ve lo diceva…

Negli ultimi 5 anni ci si e’ accorti che

  • gli Emirati hanno una popolazione che equivale al nordovest Italiano, e per quanto possano essere ricchi (il 10% della popolazione, gli altri sono Pakistani che fanno arricchire solo Western Union) mangiano pur sempre due volte al giorno ed indossano un orologio per volta.
  • I russi sono cattivi ed antidemocratici, per cui si e’ dovuto mettere un embargo per arginarne la prepotenza. Guai ora se un qualsiasi ministro aprisse trattative commerciali: sarebbe la prova che ha preso finanziamenti da Putin alle ultime elezioni!!! Morale: il secondo partner commerciale per l’Italia e’ isolato, con buona pace di migliaia di aziende nostrane che si erano impegnate anche le maniglie delle porte per aprire il mercato russo. Ricorda un po’ la vicenda dell’Iran…
  • Il Brasile non e’ poi tutto sto popo’ di mercato, ed ha un tasso di rischio equivalente al partecipare ad una festa di fine Ramadan offrendo cotolette di maiale agli astanti.
  • In ultima Battuta, ecco ora gli USA nella loro performance preferita: la guerra. Vera o commerciale, il succo resta quello. Le guerre, soprattutto se sei abituato a vincerle, portano un sacco di soldi.

E’ notizia di oggi (fonte: Sole 24 Ore, Link QUI) che gli USA vogliono imporre nuovi dazi su prodotti primari dell’Export Italiano.

Che c’entra Airbus?

In pratica, che succede?. Succede che Boeing ed Airbus litigano. A Boeing non va proprio giu’ che il suo ultimo modello abbia la malaugurata tendenza a cadere, dettaglio per cui la Cina ha deciso di annullare tutti gli ordini alla casa Americana e trasferirli ad Airbus. Eh gia’, durante l’ultima visita di Xi Ping in Europa, sono successe tante cose. Mentre il leader cinese era in Italia i cugini francesi urlavano al misfatto per le trattative del Governo Italiano per aprire varchi commerciali nel settore food e manufatturiero. “Non si fanno affari con I regimi”, tuonava Macron mentre la polizia francese manganellava i pensionati col gilet giallo in piazza. Salvo poi firmare un accordo per fornire 300 airbus allo stesso “onolevolissimo lidel” una settimana dopo. Potenza della grana.

Il problema e’ che cio’ ha fatto arrabbiare (e tanto) gli Americani.

Ed ecco il piano/vendetta di Trump: fare Guerra all’Europa toccandola piano, imponendo dazi sui comparti piu’ produttivi dei singoli Stati. Indovinate dove e’ calata la mannaia degli Yankee? Piastrelle e vino, olio d’oliva extra vergine,  trapani, pennelli, abbigliamento da sci, salumi, caffe’.

Piu’ in dettaglio, i prodotti colpiti includono quelli a base di latte fermentato come il kefir o gli yogurt, formaggi freschi italiani come mozzarella e ricotta, Pecorino Romano, Parmigiano Reggiano, Grana, Provolone nelle varie tipologie (grattugiati o in forme). Seguono olive, ciliegie, composte di frutta, wafers e whiskies, caffè. Vengono poi colpite le carni e i prodotti a base di suino: i vari prosciutto cotto, prosciutto crudo e gli altri insaccati. Infine la pasta – secca, fresca e all’uovo – anch’essa bandiera del made in Italy.

E cosi’, dopo aver scopiazzato I prodotti tipici Italiani (il famoso “parmesano”, ad esempio), ecco la mossa che mette ai margini del mercato USA quei produttori che hanno per anni ignorato un’area di grande interesse (Il Sud-Est Asiatico ha 700 milioni di consumatori) per affollare gli scaffali della GDO americana.

Dazi sui prodotti Italiani. Ed ora?

Gran parte dei prodotti colpiti dai Dazi di Trump sono richiesti in Asia. Qui in Thailandia continuiamo ad acquistare pasta made in Indonesia (grano tenero), bere vini neozelandesi, mangiare dell’ottimo (sono ironico, of course) cheddar Americano o Gorgonzola turco. La mozzarella la produciamo qui, qualche italiano lungimirante e’ venuto finalmente ad investire nel modo giusto. Ma per il resto siamo alla canna del gas.

Di italiano c’e’ poco, perche’ quando Mose’ diceva di levare le tende ed andare verso la terra promessa, si e’ presa la strada piu’ comoda. Via, tutti in Russia ed in USA. Et voila’, serviti; la data prevista per I nuovi dazi e’ il 5 agosto. Sarete tutti al mare.